Per chi non lo sapesse, Bolsena è considerata il paese delle ortensie: ogni anno, nel mese di giugno, vi si svolge la tradizionale Festa in tema, la Festa delle Ortensie, con innumerevoli piante che “invaderanno” il lungolago, i giardini privati e le aiuole cittadine. Un’occasione per visitare la città durante questo periodo: il paesaggio è dolcissimo, i colori e il clima ne fanno un gioiello non molto conosciuto ma ineguagliabile.
La città ha tra i suoi gioielli la Basilica di Santa Cristina dove è avvenuto un miracolo importante, e dove si celebra la bella festività del Corpus Domini. Inerpicandosi su per i ripidi vicoli dell’abitato si giungerà all’imponente castello Monaldeschi della Cervara, dalle cui torri si potrà scoprire l’azzurro intenso delle acque del lago con le sue due isolette, Martana e Bisentina. In primavera e in estate da Bolsena si può compiere un’escursione in battello all’isola Bisentina.Bolsena è molto importante tra i paesi nord Europa, soprattutto tra i Tedeschi ma anche Olandesi ed Inglesi che hanno provveduto a realizzarci una seconda dimora. Si trova lungo la Via Cassia e nelle vicinanze della Via Francigena, antico corridoio per pellegrini del nord Europa verso il Vaticano.
Ottimi i prodotti della sua Terra, quali, olio, vino e il famoso pesce di lago (Coregone).
Parte della Tuscia e dell’Etruria si trova vicina a luoghi di grande interesse storico e alle terme, diventando una clinica per il corpo e la mente. Quello di Bolsena è il lago vulcanico più grande d’Europa, caratterizzato da itinerari turistici fantastici : Viterbo, Orvieto, Civita di Bagnoregio, Pitigliano, Tarquinia, Bomarzo e tutti i paesi sulle rive del lago da Bolsena a Capodimonte a Marta a Montefiascone a Grotte di Castro e volendo con una giornata di tempo Ostia antica e Roma.
Viterbo
Città di grandi tradizioni storiche, fu sede, nel corso del XIII secolo, della corte pontificia decisa ad allontanarsi dagli intrighi romani, e qui trovò un confortevole rifugio allietato dalla salubrità delle sorgenti termali ancora oggi disseminate nelle campagne circostanti. La visita del centro storico, tuttora racchiuso entro la cinta muraria medievale, inizia dal Palazzo dei Priori, da oltre cinque secoli residenza del Comune, con la rutilante decorazione manierista della Sala Regia. Capoluogo di provincia e un tempo città dei Papi, con il quartiere di San Pellegrino, Villa Lante e molti accattivanti negozi e poli commerciali. La città trova il suo massimo splendore il 3 settembre, in occasione delle festività di Santa Rosa in onore della quale viene trasportata a braccia d’uomo in un percorso impossibile per un labirinto di vie, la ”Macchina”, un’effigie votiva alta più di 30 metri. Uno spettacolo unico al mondo!
Civita di Bagnoregio
La celebre “Città che muore”. Appare improvvisamente al visitatore come tutta rinserrata sopra il ripidissimo sperone tufaceo che si erge nella desolata valle dei Calanchi, modellata dall’erosione degli agenti atmosferici. Il tufo poggia su un terreno argilloso che ne determina la natura effimera, il progressivo crollo e la costante e inevitabile riduzione dell’abitato. La moderna rampa di accesso conduce all’interno della Civita, luogo quasi irreale per l’assenza di asfalto e automobili, un impianto urbano rimasto intatto e pressoché disabitato dalla fine del XVI secolo. Nel periodo Natalizio il paese si trasforma in un vero e proprio presepe vivente, attraverso una suggestiva rappresentazione di ogni figura dell’epoca.
Orvieto
Siamo in Umbria, in provincia di Terni, anche se Orvieto appartiene più alla Tuscia, storicamente e territorialmente. Il famoso Duomo, infatti, venne realizzato dopo il miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1236, quando durante la messa il prete spezzò l’ostia ed iniziò a sgorgare il sangue che bagnò le famose pietre ed il corporale. Subito informato, il papa Urbano IV, decise di costruire il Duomo di Orvieto per custodire il corporale e diede inizio alla processione del Corpus Domini. Da vedere anche il Museo del Duomo ed il Museo Archeologico, con preziosi reperti provenienti dalle necropoli etrusche, il Palazzo del Capitano del Popolo e da non perdere il famoso Pozzo di San Patrizio realizzato da Antonio da Sangallo, opera cinquecentesca voluta da papa Clemente VII per sfuggire agli assedi ma anche per una consistente riserva idrica per la città.
Tarquinia
La necropoli di Montarozzi è un documento fondamentale per la conoscenza della civiltà etrusca. Le numerose tombe dipinte rappresentano una testimonianza imperdibile e unica della pittura antica (VI-II sec. a.C.) e della vita quotidiana di questo misterioso popolo, che rivive nelle colorate scene raffigurate lungo le pareti. Delle oltre 6.000 sepolture individuate nella zona, è possibile visitare le più significative, attraverso un percorso cronologico che permette di notare l’evoluzione della tecnica pittorica e contemporaneamente il mutamento dell’approccio con l’oltretomba.Visita del Museo Nazionale Tarquiniese. Ospitato nel meraviglioso contesto di Palazzo Vitelleschi, nel centro storico, conserva sui tre piani ricche testimonianze delle epoche villanoviana, orientalizzante, ionico-etrusca, tarda fase etrusca e romana. Degne di nota le collezioni di sarcofagi in nenfro e calcare, le eccezionali ceramiche attiche e soprattutto i famosissimi Cavalli Alati provenienti dal tempio situato sulla antica acropoli.
Tuscania
Il percorso nella pittoresca cittadina inizia dall’alto del disabitato colle della Civita, dove regna maestosa la basilica di San Pietro con le sue due torri (VIII-XIII sec.). La chiesa, opera di assoluto valore, costituisce un esempio, tra i più suggestivi, del primo stile romanico, frutto di una sovrapposizione di influenze toscane, umbre e abbruzzesi che la rende unica. Ai piedi del colle sorge l’altro gioiello romanico di Tuscania: la basilica di Santa Maria Maggiore, coeva alla prima e ad essa ispirata nel progetto complessivo, ma dotata di una maggiore ricchezza d’arredi e dipinti all’interno. Nel centro storico: passeggiare a Tuscania significa rivivere l’atmosfera degli antichi borghi della Tuscia, dove i colori caldi di palazzi e torri medievali, di chiese e fontane barocche, si fondono armoniosamente con il paesaggio circostante. Luoghi in cui ci si può imbattere in scorci incantevoli, come la piazza del Comune, eccezionalmente circondata da coperchi di sarcofaghi etruschi, da cui si domina l’antichissima fonte delle Sette Cannelle, il palazzo Baronale e un tratto della cinta muraria; come la via dei Priori dove è possibile ammirare all’opera artigiani che lavorano secondo le tecniche tradizionali, o la via degli Archi che culmina con un belvedere che domina i tetti color ocra di tegole antiche. Ma è dal parco Tor di Lavello, all’ora del tramonto, che ci si potrà emozionare di fronte al superbo spettacolo dei ruderi delle antiche mura cittadine, del Rivellino e di S. Pietro cui fa da quinta la vallata verdeggiante del Marta.
Montefiascone
Colle strategico che domina l’alta Tuscia, arroccato ad oltre 600 mt slm dall’alto svettano ancora le torri del castello medievale, antica sede papale, e sul fianco della collina la maestosa cupola del Duomo rifatta costruire da papa Paolo III Farnese sui progetti di Antonio Sangallo e del Bramante. I Panorami che si aprono da Montefiascone sconfinano dalla Mareamma al mare, dai monti Cimini all’Umbria e parte della Toscana. Qui, sulla Via Cassia, chiamata anche “Francigena” per essere stata la direttrice dei Pellegrini che scendevano in pellegrinaggio a Roma, sono passati gli eserciti dei potenti imperatori, dei re, ma anche gli eserciti pontifici quando il Vaticano doveva difendere il suo “Patrimonio di San Pietro”. Ma Montefiascone è importante anche per il suo bagaglio enogastronomico ed in particolare il famoso vino Est! Est! Est!, che la leggenda narra essere stato scoperto da un famoso vescovo in transito verso Roma, il quale, essendo amante dei vini, si faceva precedere da un suo servo che doveva selezionare le cantine scrivendo sulla porta “Est” (c’è). Arrivato a Montefiascone scoprì questo prelibato vino bianco che dovette evidenziarlo con ben tre Est! Est! Est!.
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